Miraggi e Identità, catalogo mostra presso Galleria Scoglio di Quarto, Milano.
Ho conosciuto dapprima Lucio Perna e ho scoperto il suo lavoro solo dopo ed a piccoli passi. Oggi riesco ad avere una visione sufficientemente completa del suo percorso. Un percorso di ricerca coerente che analizza il movimento, gli spazi, le luci, le ombre; immagini del calore che muove le cose, mutato dall’osservazione dei grandi silenzi del deserto, dove le ombre delle dune vengono proiettate su altre due, dove la notte, il buio dissolve ogni cosa tranne il ?miraggio? nella mente dell’artista.
Cos? in un processo lento di decantazione, il suo lavoro arriva all’essenza delle cose e procede oltre ogni vacuit? dell’apparente, oltre la fisica staticit? dell’osservabile. L’artista coglie e trasporta nei suoi lavori ci? che vive e si muove in uno spazio che non ? paesaggio ma dimensione emozionale.
Le opere pi? recenti oggi in mostra presso la Galleria Scoglio di Quarto di Milano, sono il derivato ultimo, per il momento, di un viaggio artistico che parte da lontano.
Non ancora adolescente Lucio Perna raccoglieva pezzi di mattonelle di ceramica nei cantieri edili per dipingervi sopra, e poi il suo primo ?studio? a casa dei genitori, e poi ancora i monolocali in affitto e per ultimo il suo bel laboratorio, ordinatissimo, e da me visitato, accanto al Parco delle Basiliche di Milano.
I titoli delle sue opere: miraggio (rosso o bianco o grigio……….), deserto si perpetuano negli anni.
Gli anni hanno invece consentito a Perna di raggiungere, attraverso un progressivo affinamento del linguaggio, l’attuale approdo ad una sua personale forma di ?astrattismo geometrico?, dove essenziali volumi prendono il posto della pittura e degli agglomerati di carte, dove i colori puri hanno sostituito colori pi? variegati, dove i movimenti spezzati e definiti dei volumi e delle loro ombre hanno preso il sopravvento su quelli, alle volte, ondulatori e materici, dove il ritmo della contemporaneit? assume tonalit? nette ed inequivoche.
?Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi? scriveva Voltaire, precursore inconscio della ?geografia emozionale?, nuova corrente filosofico/artistica, teorizzata dalla giovane docente di Harvard, Giuliana Bruno, alla quale Lucio Perna aderisce.
Il messaggio nel lavoro di quest’artista diventa perentorio, la memoria e l’emozione non si fermano alla dimensione temporale ma si concretizzano nello spazio in un continuo dialogo emozionale con la ?geografia?.
Oggi vi ? in Perna una maturit? consapevole, un pensiero forte conquistato e raggiunto con gli anni attraverso una linea di lavoro che non ha mai perso coerenza. La sincerit? di un cammino sulla nostra Terra diventa con lui, e con la sua opera, geografia dell’anima.