BIOGRAFIA

Lucio Perna arriva a Milano alla fine degli anni 70, entra in contatto con il mondo artistico milanese e segue corsi di perfezionamento sulla tecnica del colore.E’ proficuo l’incontro con Remo Brindisi, con Ernesto Treccani ed Aligi Sassu e con giovani di buon talento fra i quali Enrico Muscetra.

Partecipa a numerose iniziative culturali.
Concorre a rifondare e lanciare l’associazione culturale ed artistica “Proposte d’Arte” alla quale partecipa attivamente e presso la quale organizza e tiene seminari di ricerca e sperimentazione.

Nel marzo del 1998 fonda il movimento “SYMBOLICUM” con Federico Honegger,Fabio Masimo Ulivieri e col poeta e critico d’arte PEDRO FIORI teorico del gruppo.
Il manifesto del movimento viene ufficialmente presentato alla mostra del 20 ottobre dello stesso anno presso la galleria milanese Antonio Battaglia Arte Contemporanea e alla V edizione di “ARTEFIERA MILANO”.

La pittura di Perna, in oltre vent’anni di attivit?, si sviluppa alla ricerca di un linguaggio che partendo da una figuralit? emblematizzante (il ciclo delle “Sirene” 1972-80 e quello delle “Maschere” 1980-88), giunge all’attuale ricerca simbolica (I Miraggi) iniziata alla fine degli
anni 80.
Con i più recenti lavori, (OLI e TECNICHE MISTE) sintetizzando le precedenti esperienze e seguendo un processo multimediale, Perna traccia un percorso di ricerca  molto personale che travalica l’etichetta dell’astrazione o il richiamo informale.

Nei suoi lavori si legge un gesto liberatorio che lacera e crea. Di volta in volta si muove come un geologo o un topografo declinando sulle superfici le emozioni attraverso aggiustamenti tonali e modulati spostamenti prospettici.
La concezione dello spazio, pur non rinunciando ad una certa tensione prospettica, dà più il senso dell’illusione, del miraggio come simulazione della visibilit?.
Miraggio poeticamente inteso e rappresentato come ironico inganno dove la relazione non è più tra vicino e lontano, come nell’ordine classico, ma tra visibile ed ignoto.

Lo spazio dell’immagine si espande come una “magia cromatica”. Le strutture vengono ridotte all’essenziale.
Segni, forme, colori si fondono nella sua iconologia in “silenziosi messaggi di parole mai dette”: un linguaggio-stile fatto di silenzi.
Lo spazio sensibilizzato nell’opera tende ad uscire dalla limitata superficie traizionale verso dimensioni, spaziali nuova, diversa,”virtuale”.

Ricerca espressiva questa che avvicina Perna al movimento artistico- culturale “GEOGRAFIA EMOZIONALE”, nato negli Stati Uniti America al l’inizio di questo nuovo secolo, del quale è teorica Giuliana BRUNO, docente ad Harvard, e che in Italia e stato sostenuto e divulgato dalla rivista “ARIA”.

Perna ha esposto in numerose gallerie italiane ed europee , in importanti Centri d’arte e cultura. Suoi lavori sono presenti in importanti musei di arte contemporanea.