a cura di Stefano Soddu

domanda surreale:
Si può psicoanalizzare un quadro?

risponde LUCIO PERNA

Credo di sì.
Certo occorrono due fondamentali condizioni:
a) che il quadro da sottoporre ad analisi sia il risultato dell’opera di un autentico artista, intendendo per tale non l’artista di successo ma l’accanito operatore che crede fermamente e disinteressatamente in ciò che realizza. Il quadro insomma, sul lettino dell’analista deve essere autenticamente sincero. Non può bluffare anche perchè verrebbe certamente smascherato se fosse privo di coerenza e senza contenuti al di là ed indipendentemente dalla minore o maggiore sua gradevolezza di facciata. In altri termini il quadro non deve portare la maschera.
b) Che l’analista sappia leggere i grandi turbamenti dell’uomo e le sue pi? segrete pulsioni, sappia che l’opera non nasce dal ricorso o dall’interpretazione dei sogni ma che essa stessa crea il sogno attraverso i materiali ed i linguaggi dell’arte.
Che sia onesto e non anteponga il pensiero dell’onorario al compito prioritario dell’indagine. Può però talvolta accadere, (forse di fronte alle vere opere d’arte), che l’analista cada nella tentazione di di stendere se stesso su quel lettino al posto del quadro, vinto dalla suggestione che l’opera gli trasmette.
Tutto è sconvolto. Il quadro, che ha assunto indipendenza dal suo autore, interfaccia direttamente con l’analista quasi in un’inversione di ruoli. E’ l’opera che trasmette, quasi per energia propria, gli impulsi che stimolano profonde e recondite pulsioni.
E allora, come nelle storie da rotocalco, il distaccato analista, avvinto dalla bellezza, non pu? pi? sottrarsi all’incontrollabile voglia di possedere l’opera.
E vissero per sempre insieme felici e contenti.

da ARTE INCONTRO luglio-settembre 2005